PSICOLOGIA OGGI La nostra esperta risponde
Gentile dott.ssa Convertino, mi rivolgo a lei
perché penso che la mia storia possa interessare molti genitori. Mia figlia
Rebecca ha 8 anni, frequenta la terza elementare e usufruisce dello spazio del
dopo scuola, gestito da insegnanti e personale scolastico. Dunque, un luogo
sicuro, apparentemente! Un pomeriggio, mentre Rebecca mi aspettava è rimasta in
compagnia di un bidello, che l’ha avvicinata a se con parole “dolci” e improvvisamente
l’ha baciata sulle labbra stringendola. Al momento Rebecca non ha raccontato
nulla dell’accaduto, ma ricostruendo la situazione, mi sono ricordata che nei
giorni successivi all’accaduto, Rebecca era molto arrabbiata, a tratti assente
e a tratti nervosa, la mattina lamentava mal di pancia e mi implorava di non
farla andare a scuola. Capivo che qualcosa non andava: mia figlia era sempre
stata spensierata e amante della scuola!
Ho cercato di indagare cosa la turbasse, ma Rebecca era impenetrabile! Una
notte Rebecca ha fatto un incubo, è corsa nel lettone spaventata e ci ha
raccontato l’accaduto. Non riesco a descriverle il dolore che abbiamo provato io
e mio marito! La scuola è stata informata ed è in atto un’indagine. Ciò che più
mi preme è che mia figlia superi questo terribile trauma e che sia pronta a
proteggersi se ciò dovesse riaccadere e che comprenda l’importanza di
comunicare subito un fatto così grave. Come possiamo aiutare i nostri figli a
difendersi e riconoscere il pericolo? E come possiamo aiutarli a superare fatti
così gravi?
Sono ancora molto scossa per l’accaduto, ma spero
che lei mi possa tranquillizzare con qualche consiglio.
Grazie, Tiziana
Cara Tiziana, è stata molto coraggiosa a
raccontarci la sua storia. Purtroppo questi fatti gravi accadono e i bambini
sono indifesi. Quando i nostri figli non sono con noi ci assicuriamo che siano
al sicuro e protetti, ma spesso il pericolo è dietro l’angolo, purtroppo a
volte anche nel contesto familiare. Il tema che riporta interessa tutti i
genitori ed è molto complesso.
E’ importante insegnare ai bambini, già
dall’età dei cinque anni, a riconoscere le situazioni di rischio e a difendersi oltre che a chiedere aiuto
ad una persona fidata.
Cara Tiziana, è necessario per la bambina
un intervento psicologico che la possa aiutare a superare questo trauma. Affinché
non accadano mai più questo tipo di situazioni, è importante che ogni bambino
impari a difendersi attraverso un corso-gioco.
La mia équipe ed io proponiamo da anni il
corso “Fuori dal mio giardino” rivolto
a bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni per insegnare loro come
difendersi dalle molestie, fornendo gli strumenti per riconoscere quei
comportamenti degli adulti inadeguati e
pericolosi.
Cosa fanno i bambini nel corso? Fanno
diversi tipi di giochi mirati ad individuare i segnali di pericolo che
provengono dagli incontri con gli adulti
conosciuti o estranei che siano.
Gli esercizi proposti allenano il bambino a
riconoscere in maniera sempre più veloce e precisa gli ambienti rischiosi e i
modi di fare di certi adulti mal intenzionati.
I giochi allenano i bambini a difendere il
loro spazio personale, che è come un giardino, ed imparano a dire di “NO!”,
agli adulti o ragazzi pericolosi.
In questa direzione ai bambini viene
insegnato a distinguere tra gesti buoni e cattivi, e come l’intenzione altrui
possa essere mascherata dietro carinerie e false parole affettuose. Alcuni
altri giochi stimolano i bambini ad individuare
gli adulti di riferimento ai quali affidarsi in caso di bisogno.
Tutte queste attività sono svolte da
professionisti psicologi esperti attraverso giochi di ruolo, esercizi esperienziali
e disegni. Con il programma “Fuori dal mio giardino”, il bambino
impara a riconoscere e affermare il suo spazio intimo, unico e privato,
imparando gli strumenti per proteggersi.
Una parte del programma è rivolta anche ai
genitori, per suggerimenti e confronto su come comunicare e affrontare
l’argomento con i propri figli.
Lascio a lei Tiziana., e ai lettori, il
compito di riflettere su questo delicato argomento, invitandovi a considerare la
prevenzione e la possibilità reale di aiutare i nostri bambini.
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