lunedì 25 novembre 2013

"FUORI DAL MIO GIARDINO". COME AIUTARE O BAMBINI A DIFENDERSI DALLE MOLESTIE?

 PSICOLOGIA OGGI La nostra esperta risponde 

Gentile dott.ssa Convertino, mi rivolgo a lei perché penso che la mia storia possa interessare molti genitori. Mia figlia Rebecca ha 8 anni, frequenta la terza elementare e usufruisce dello spazio del dopo scuola, gestito da insegnanti e personale scolastico. Dunque, un luogo sicuro, apparentemente! Un pomeriggio, mentre Rebecca mi aspettava è rimasta in compagnia di un bidello, che l’ha avvicinata a se con parole “dolci” e improvvisamente l’ha baciata sulle labbra stringendola. Al momento Rebecca non ha raccontato nulla dell’accaduto, ma ricostruendo la situazione, mi sono ricordata che nei giorni successivi all’accaduto, Rebecca era molto arrabbiata, a tratti assente e a tratti nervosa, la mattina lamentava mal di pancia e mi implorava di non farla andare a scuola. Capivo che qualcosa non andava: mia figlia era sempre stata spensierata e amante della scuola!  Ho cercato di indagare cosa la turbasse, ma Rebecca era impenetrabile! Una notte Rebecca ha fatto un incubo, è corsa nel lettone spaventata e ci ha raccontato l’accaduto. Non riesco a descriverle il dolore che abbiamo provato io e mio marito! La scuola è stata informata ed è in atto un’indagine. Ciò che più mi preme è che mia figlia superi questo terribile trauma e che sia pronta a proteggersi se ciò dovesse riaccadere e che comprenda l’importanza di comunicare subito un fatto così grave. Come possiamo aiutare i nostri figli a difendersi e riconoscere il pericolo? E come possiamo aiutarli a superare fatti così gravi?
Sono ancora molto scossa per l’accaduto, ma spero che lei mi possa tranquillizzare con qualche consiglio.
Grazie, Tiziana

Cara Tiziana, è stata molto coraggiosa a raccontarci la sua storia. Purtroppo questi fatti gravi accadono e i bambini sono indifesi. Quando i nostri figli non sono con noi ci assicuriamo che siano al sicuro e protetti, ma spesso il pericolo è dietro l’angolo, purtroppo a volte anche nel contesto familiare. Il tema che riporta interessa tutti i genitori ed è molto complesso.
E’ importante insegnare ai bambini, già dall’età dei cinque anni, a riconoscere le situazioni di rischio e a difendersi oltre che a chiedere aiuto ad una persona fidata.
Cara Tiziana, è necessario per la bambina un intervento psicologico che la possa aiutare a superare questo trauma. Affinché non accadano mai più questo tipo di situazioni, è importante che ogni bambino impari a difendersi attraverso un corso-gioco.
La mia équipe ed io proponiamo da anni il corso “Fuori dal mio giardino” rivolto a bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni per insegnare loro come difendersi dalle molestie, fornendo gli strumenti per riconoscere quei comportamenti degli adulti inadeguati e  pericolosi.
Cosa fanno i bambini nel corso? Fanno diversi tipi di giochi mirati ad individuare i segnali di pericolo che provengono dagli incontri con gli  adulti conosciuti o estranei che siano.
Gli esercizi proposti allenano il bambino a riconoscere in maniera sempre più veloce e precisa gli ambienti rischiosi e i modi di fare di certi adulti mal intenzionati.
I giochi allenano i bambini a difendere il loro spazio personale, che è come un giardino, ed imparano a dire di “NO!”, agli adulti o ragazzi pericolosi.
In questa direzione ai bambini viene insegnato a distinguere tra gesti buoni e cattivi, e come l’intenzione altrui possa essere mascherata dietro carinerie e false parole affettuose. Alcuni altri giochi stimolano i bambini  ad individuare gli adulti di riferimento ai quali affidarsi in caso di bisogno.
Tutte queste attività sono svolte da professionisti psicologi esperti attraverso giochi di ruolo, esercizi esperienziali e disegni. Con il programma  “Fuori dal mio giardino”, il bambino impara a riconoscere e affermare il suo spazio intimo, unico e privato, imparando gli strumenti per proteggersi.
Una parte del programma è rivolta anche ai genitori, per suggerimenti e confronto su come comunicare e affrontare l’argomento con i propri figli.
Lascio a lei Tiziana., e ai lettori, il compito di riflettere su questo delicato argomento, invitandovi a considerare la prevenzione e la possibilità reale di aiutare i nostri bambini.

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