PSICOLOGIA OGGI La nostra esperta risponde
Gentile
dott.ssa Convertino,
le
scrivo perché sono molto preoccupata per mia figlia Linda, di 7 anni. Da quando
quest’anno ha iniziato la seconda
elementare, i maestri hanno notato una sua difficoltà a seguire le lezioni e
una fatica a comprendere alcune consegne; questo la porta a distrarsi e
prendere voti insufficienti nei compiti in classe. Gli insegnanti pensano possa
trattarsi di un disturbo dell’apprendimento, e mi hanno consigliato di portarla
da una psicologa. Cosa mi consiglia di fare? Crede che Linda possa avere un
problema serio? A casa quando disegna o fa i compiti riesce a concentrarsi
abbastanza e, anche se con lentezza, riesce negli esercizi che deve svolgere.
C’è un modo per poterla aiutare ad andare meglio anche a scuola?
La
ringrazio per i consigli,
Marilena
Gentile Marilena, dalle sue parole traspare
la sua preoccupazione e la voglia di aiutare sua figlia, e la decisione di
scrivere questa lettera è molto importante. Credo innanzitutto sia da tener
presente che Linda, a 7 anni, frequenta già la seconda elementare: spesso una
maggiore difficoltà o lentezza nell’eseguire alcuni compiti può essere legata a
questa differenza di età e di livello di sviluppo, anche se si tratta solo di
pochi mesi. Sarebbe utile capire come sua figlia si trova nella classe, e il
modo in cui si rapporta ai compagni e ai maestri. Le piace andare a scuola?
Quando torna a casa è molto stanca? È importante non sottovalutare il fatto che
il sistema scolastico richiede ai bambini delle scuole elementari di rimanere
per 8 ore in una situazione di attenzione e attivazione continua, spesso non
considerando i ritmi e le capacità di “tenuta” dei bambini stessi. Soprattutto
nei primi due anni di scuola, è molto impegnativo mantenere in maniera costante
la concentrazione: per questo è fondamentale creare dei momenti di riposo e
ricarica, così come utilizzare delle modalità concrete e visibili per stimolare
e facilitare l’apprendimento dei bambini.
In che modo? Lei stessa, gentile
Marilena, può aiutare Linda ad imparare per esempio le tabelline, con delle
strategie di gioco molto semplici e interattive, come una caccia al tesoro.
Scrivete su dei bigliettini tutta la serie di tabelline che Linda ha imparato a
lezione, e poi attaccateli per tutta la casa. Fate quindi delle domande,
chiedendo a Linda di cercare il risultato corrispondente tra i bigliettini
appesi. Queste modalità più concrete permettono ai bambini di memorizzare ed
assimilare meglio le informazioni, e risultano più stimolanti, così da ridurre
il dispendio di energie. Credo sia estremamente importante che anche gli
insegnanti utilizzino questi e altri tipi di strategie, ed abbiano la giusta
preparazione e competenza per poter guidare
le classi. Ciò è possibile grazie a corsi di formazione specifici, che permettono
di imparare a cogliere i segnali e le situazioni problematiche nella classe,
utilizzare un linguaggio che favorisca l’attenzione sul singolo e sui bisogni del
gruppo, e rinforzare la motivazione all’apprendimento e al lavoro di squadra. Gli insegnanti e i
genitori diventano così una rete positiva, basata su rapporti di alleanza che
permettono di individuare e raggiungere obiettivi chiari e trasformativi per
tutti.
poter valutare poi la presenza di un possibile
disturbo dell’apprendimento, è necessario che lei si rivolga ad un esperto
psicologo che, attraverso l’utilizzo di strumenti e test scientifici, possa
individuare il livello di abilità cognitive e fornisca nuove strategie per
migliorare e facilitare l’acquisizione di nuovi concetti e conoscenze.
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